Bonjour tristesse/L’angolo del mondo

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La storia di Marian è il racconto di una solitudine profonda che, solo per brevi momenti, diventa meno acuta grazie alla scintilla di un amore improvviso, adolescenziale e tumultuoso.
La conosciamo in un periodo della vita in cui ha perso la madre, suo baluardo, suo esempio, frequenta senza impegno il suo ex compagno e insegna spagnolo all’Università con uno stipendio che non le permette vestiti e un vino decente, tanto da essere costretta a vendere molti oggetti della madre per racimolare soldi. Marian ha 37 anni, vive a Cuba, dove è nata, e a parte poche persone il suo contatto con l’esterno è una semplice segreteria telefonica, un tramite tra il fuori e il dentro del suo rifugio. Il suo angolo di mondo. A sconvolgere il suo spazio arriva Daniel, giovanissimo scrittore al suo primo libro pubblicato la cui prefazione verrà affidata proprio a Marian.

“Marian, sei un’altra persona. Eri morta e senza nemmeno la voglia di fare il minimo sforzo per alzare il coperchio della tomba e guardare fuori. Sei raggiante, piena di forza, nella tua rabbia, in questa guerra da innamorati adolescenti. Non so se ti ama davvero o te lo fa credere, ma tu sei un’esplosione di vita e di emozioni. Perché fuggi?”

E se la storia d’amore prosegue tra discussioni, diverse visioni del futuro e paranoie che ben poco giovano alla narrazione, la mia attenzione è stata attirata dai personaggi cosiddetti minori che riescono a vivacizzare la narrazione arricchendola con le loro storie personali, insieme ad alcuni indizi sulla vita a Cuba. Gli stessi personaggi, poi, danno luogo a due tematiche fondamentali del romanzo: il viaggio e la scrittura.

Oltre, quindi, a incontrarsi grazie (o a causa) di un libro la protagonista e Daniel, conosciamo Sergio, “lo scrivano con la testa che trabocca di storie” ma che non ha interesse a diventare famoso. Idea romantica forse di scrittore. Poi c’è il falso romanzo che Marian ha detto di aver iniziato a scrivere quando la madre stava male, per condividere con lei una gioia e un segreto, farle credere ancora in qualcosa. Ma quel libro non è mai arrivato. C’era, aveva iniziato a digitare storie del libro che Daniel voleva scrivere a quattro mani, ma sono state cancellate e mai salvate. La letteratura come ponte tra persone, come speranza e consapevolezza.

La vicenda della madre di Marcos, invece, ci racconta qualcosa della vecchia Cuba: da serva divenne padrona della casa dei proprietari a cui era soggetta, dopo la partenza verso mete più favorevoli. E qui il tema del viaggio: del racconto di tutti coloro che sono andati via in cerca di fortuna ma che lasciano dietro di sé più di quanto immaginino, e di quelli che invece non voglio andar via. Lorena la pittrice che “non vuole sorprese, vuole rimanere nel suo angolo” perché il primo viaggio porta necessariamente al secondo e così all’infinito. A Marian che di andarsene via da quel posto così difficile e contraddittorio non ci pensa nemmeno; vuole la sua sicurezza, la sua identità che altrove perderebbe. E poi c’è il personaggio di BiDi, un po’ saggio, un po’ padre che appare sempre nei momenti giusti.

“Ma la vita reale arriva anche nel resto del mondo. Ti metti a cercare lavoro. Conosci la città da cima a fondo, eppure continua a esserti estranea e non ti sei fatto un amico. Inizi a ricordare e i ricordi di accerchiano e ti risucchiano. Ti rendi conto di quanto siano belli il tuo paese e la tua gente. Ricordi un’Avana idealizzata che esiste solo nel tuo cuore. E ti rassegni a vivere lontano da lei.”

A me fa tornare alla mente la nostra situazione attuale: la ricerca di fortuna fuori e il legame viscerale che che ognuno ha con la propria terra o con la propria famiglia. Ti senti sempre straniero da un’altra parte, anche se usi la stessa lingua.


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Marcos y Marcos

Autore: Mylene Fernández Pintado
Genere: Narrativa
Collane: Gli Alianti
Traduzione: Laura Mariottini e Alessandro Oricchio
Data Pubblicazione: 21/09/2017
Numero di pagine: 224
Codice EAN: 9788871687957
Prezzo di listino: 16 €
Lingua Originale: ES