«Per tentare di sopraffare questa impotenza, devo tornare all’inizio. Cos’è lo “spirito di Charlie” per me? È ridere dell’assurdità della vita, divertirsi insieme per non aver paura di niente, e soprattutto non della morte.»
Intorno 11.30 del mattino del 7 gennaio 2015 a Parigi succede qualcosa.
La libertà di espressione viene colpita.
Il 7 gennaio 2015 il giornale satirico “Charlie Hebdo” viene preso di mira per la sua pungente satira nei confronti di Maometto da due affiliati di Al-Qaeda: 12 morti tra cui gran parte della redazione.
Chaterine Meurisse, autrice di “La leggerezza”, arrivato in Italia grazie alla Clichy con la traduzione di Tommaso Gurrieri, racconta il punto di vista di una sopravvissuta per un banale ritardo al lavoro. Il suo punto di vista. All’indomani del massacro, l’incredulità e lo shock per un colpo del genere lasciano il posto alla desolazione interiore: “mi sento vuota come una vongola” dirà in una vignetta, senza alcuna capacità di sentire, di vedere le bellezze della vita. Di ricordare, come se quel giorno avesse annullato ogni momento passato.
Dover vivere sotto scorta e con il terrore che nulla sia finito, guardarsi intorno e ricevere solidarietà e tanti “je suis charlie” senza che nessuno possa realmente comprendere la portata di un tale gesto, porta inevitabilmente a una solitudine interna difficile da colmare. L’autrice riesce con i colori e i semplici tratti a mostrare il dolore e il disfacimento di una mente e di un corpo che non sono più in grado di reagire.
«Perché imporci un minuto di silenzio in omaggio alle vittime? Quello che ci serve è un secolo di rumorosissima collera!»
Arriva, però, un momento in cui la rassegnazione si trasforma in rabbia e la volontà di riprendere in mano la vita si fa più forte. Catherine, nel suo libro, decide di ricercare il bello nell’arte, nelle opere di grandi scrittori francesi o tra le bellezze di Roma. Ma la soluzione è più semplice di quanto si possa immaginare: «Una volta allontanato il caos, la ragione si riprende e l’equilibrio insieme alla percezione è ritrovato. Si vede meno intensamente, ma ci si ricorda di aver visto. Conto fermamente di restare sveglia, attenta al minimo segno di bellezza. Questa bellezza che mi salva restituendomi la leggerezza.»
Una graphic novel in cui ironia e tristezza trovano un perfetto equilibrio e una forma che non ha bisogno di tante parole per mostrare come eventi del genere facciano crollare idee e valori, mettano in discussione l’umanità tutta e la loro possibilità di salvarsi. Si galleggia in un limbo, si cercano solidità che si pensava fossero state perdute e si riparte da piccole cose per tornare a credere. Non c’è modo migliore di non dimenticare proseguendo per la strada iniziata insieme.