Tutta la verità sulla vita/Misdirection

Cover Misdirection_fronte

Lucia Biagi, classe 1980, pubblica con Eris Edizioni il suo terzo lavoro, Misdirection.

Il titolo rimanda agli illusionisti e alla loro capacità di distogliere l’attenzione del pubblico dal centro focale del numero. Lucia Biagi inserisce nella narrazione una piccola sfumatura di giallo, ma che in realtà vuole mostrare ben altro.

Protagonista della graphic novel è Federica, 13enne in piena formazione, che è in vacanza dai nonni in un luogo che poco offre ai giovani. Insieme a lei conosciamo Noemi, una giovane di qualche anno più grande, e altri ragazzi. La trama è, in realtà, molto semplice: in un giorno qualsiasi Noemi, dopo una serata in discoteca, sparisce. Federica, preoccupata, la cercherà tutto il giorno scontrandosi, però, con una dura verità.Misdirection_2.jpg

Diverse sono le tematiche affrontate dall’autrice, tipiche delle nuove generazioni, alcune più approfondite altre meno. Il tema del bullismo viene illustrato in poche tavole e non mostra la reale portata di comportamenti simili. Il vero centro, l’interesse su cui deve essere rivolta la nostra attenzione è l’uso che i giovani, anche i meno giovani, fanno del cellulare e dei social network legato alla sessualità.

Il cellulare, da anni visto come il male assoluto, viene utilizzato da Federica come diario personale in cui registrare gli avvenimenti e gli stati d’animo della sua giovane età, ma che le mostrerà come sia facile farne un uso sbagliato e pericoloso. Troverà, infatti, una foto della sua amica Noemi, nuda, nel cellulare da lei dimenticato prima di sparire. È esattamente questo il punto, il centro di tutta la narrazione: il modo in cui la donna, ancora oggi, viene vista. Una vera e propria mercificazione del corpo per avere in cambio qualcosa, che sia una borsa, un lavoro, dei soldi o semplicemente per uscire da una vita che ti sta stretta. Questo Federica non lo immaginava, ma sarà costretta a capire, tutto in una volta, quante sorprese la vita riservi e come la gente sia brava a giudicare, con una superficialità disarmante.

Interessante l’utilizzo di soli due colori che rendono tutta la narrazione quasi sospesa, meno riuscito, secondo me, il tentativo di denuncia: è chiara la presa di posizione dell’autrice nella questione ma, per me, non abbastanza forte e approfondita. Per dei ragazzi dell’età della protagonista può essere una lettura stimolante e da approfondire in un percorso più ampio e sempre supportato; per me, che ho un bagaglio di letture più impegnative, non ha mostrato pienamente la sua forza.

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