L’editore del mese | Intervista a Claudia Tarolo, editrice di Marcos y Marcos

Marcos y Marcos è una casa editrice indipendente milanese, fondata nel 1981 da due ragazzi, oggi gestita ancora da uno di loro, Marco Zapparoli, e da Claudia Tarolo. Questo ottobre Marcos y Marcos è il nostro “Editore del mese”: aiutati da alcuni book-blogger andremo alla scoperta del dietro le quinte della casa editrice e di alcuni dei loro libri di maggiore successo. Oggi intervisto proprio l’editrice Claudia Tarolo per conoscere più a fondo il loro catalogo, il loro ruolo nell’editoria e per svelarvi qualche anticipazione sui progetti futuri.

 

Marcos y Marcos nasce nel 1981. Quale è stata la motivazione, o la follia, che ha portato alla fondazione di una casa editrice?

Marcos y Marcos è stata fondata da due ragazzi di vent’anni, Marco Zapparoli e Marco Franza, che condividevano, oltre al nome, una passione sfrenata per quella combinazione magica di carta e parole che era allora il libro. A questo amore fisico e mentale, si univa la consapevolezza che tanti testi nascosti o dimenticati meritassero di essere riportati alla luce con una cura molto artigianale. All’epoca le case editrici indipendenti erano molto poche, l’azzardo era davvero grande. I due ventenni hanno scoperto presto che il lavoro dell’editore richiedeva anche attitudini poco letterarie, sprezzo del pericolo, capacità di fare i conti e di comunicare. Marco Franza ha capito che i libri preferiva leggerli, Marco Zapparoli si è reso conto di essere un editore fin nell’anima e dopo diciannove anni sono arrivata io.

I tempi sono certamente diversi da allora, le case editrici sono tante così come i titoli che vengono immessi sul mercato. Cosa è cambiato nella gestione e nelle scelte?

Una casa editrice, per sopravvivere, deve mantenersi in scambio costante con la realtà; la sfida adesso è difendere un’attività lenta e immaginifica come la lettura in un mondo dominato dalla rapidità e dalle immagini. Abbiamo moltiplicato gli sforzi per coinvolgere i lettori più giovani, per dimostrare che un libro può essere emozionante anche più di un film o di una canzone. Una bella squadra molto affiatata ci permette di ideare e realizzare progetti con le scuole, come BookSound e tanti altri. Per il resto le scelte non sono cambiate: pubblichiamo solo libri che ci hanno entusiasmato e ci battiamo per farli arrivare ai loro lettori e resistere nel tempo.

Come racconteresti Marcos y Marcos a chi non la conosce?

Una casa editrice molto indipendente, addirittura impermeabile alle mode: inguaribilmente sincera nelle sue proposte. Caratterialmente incapace di anteporre l’aspetto commerciale a quello della qualità. Molto combattiva, sempre in fermento. Ha sempre lavorato a stretto contatto con i librai ed è fiera di avere un catalogo molto vitale, di ristampare molti titoli nel tempo.

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Claudia Tarolo e Marco Zapparoli

Addentriamoci nel vostro catalogo: le tre principali direttrici sono narrativa, poesia e saggistica. Racconta queste collane, cosa vi colpisce nei testi che scegliete di pubblicare e se c’è un filo conduttore, e infine come viene accolta la poesia dai lettori.

La narrativa è il nostro asse portante. Ci piacciono soprattutto le storie, storie forti raccontate con voce riconoscibile e decisa. Ci piace tentare di rispecchiare la varietà del mondo, perché siamo convinti che le differenze siano la base della creatività. I nostri romanzi hanno molto carattere e spaziano nei generi e nei territori. Da tre anni ci dedichiamo anche ailettori più piccoli, a cui abbiamo dedicato una collana, Gli Scarabocchi. La poesia è il nostro fiore all’occhiello. Da quattro anni abbiamo una collana, Le Ali, diretta da Fabio Pusterla. Anche nella poesia, cerchiamo la limpidezza: testi comprensibili, aperti, con uno sguardo che spazia nel mondo (e non si chiude soltanto dentro di sé).

Intorno alla pubblicazione dei libri, Marcos y Marcos partecipa e organizza diverse attività. Ci sono i corsi di editoria, BookSound, Letti di notte e le attività con le scuole. Quanto è importante creare eventi anche originali, diversi rispetto alle semplici presentazioni, per aiutare la lettura? E le scuole che ruolo hanno?

È fondamentale arrivare a chi magari non legge solo perché non ha mai avuto occasione di scoprire i libri, perché nella casa in cui è cresciuto non c’erano; per molti è quasi incredibile scoprire che i libri sono eccitanti, che la lettura ad alta voce ne consente un’esperienza condivisa. È questa la rete che ci interessa di più: la rete reale con gli insegnanti, con i librai, con i bibliotecari, con le associazioni.

Nel vostro sito dedicate una sezione ai luoghi dei libri. Io credo siano una parte fondamentale della catena, con cui bisogna creare sinergie. Come vi accolgono? Siete riusciti a trovare un punto di incontro? Cosa si potrebbe fare perché la situazione migliori?

Il rapporto con le librerie per noi è stato imprescindibile fin dall’inizio, e negli anni non abbiamo fatto altro che rafforzarlo; ci sembra per lo più un amore corrisposto. Con la nuova associazione dei piccoli e medi editori, e in prima persona, lavoreremo perché l’alleanza tra editori e librai sia sempre più solida e produttiva. La nostra recentissima scelta di passare ad ALI come nuova promozione e distribuzione va proprio in questa direzione.

Cosa consiglieresti a uno scrittore e a un editore che si affacciano a questo mondo?

A entrambi consiglio di leggere più che possono… ma questo, forse, va da sé. Poi di avere molto chiaro che è un mondo difficile, dove la costanza e la capacità di resistere alle delusioni sono essenziali. Allo scrittore di cercare un editore che lo curi davvero, che lavori sul testo, che non pubblichi troppi libri, che progetti nel tempo. All’editore di lavorare sempre per la qualità, perché alla lunga è l’unica strada che premia davvero. I lettori scontenti sono lettori perduti per tutti.

Risultati immagini per marcos y marcos
Libreria Tralerighe

Cosa vede, o si augura, Marcos y Marcos nel futuro?

Che ancora una volta un ciclo si esaurisca, questa frenesia dello scambio perenne e necessariamente superficiale, che torni un ritmo più calmo, più lento. Digitale o analogico, nel futuro mi auguro ritornino il tempo e lo spazio per assaporare e approfondire. Qualche segnale si può già cogliere, e l’importante è battersi perché questi segnali si impongano nella realtà.

Possiamo rivelare qualche chicca dei prossimi mesi?

Un romanzo appassionate dall’Africa: I cento pozzi di Salaga di Ayesha Harruna Attah, giovane autrice ghanese; il nuovo libro di Ella Sanders, l’autrice di Lost in Translation; il film di Gabriele Salvatores tratto da Se ti abbraccio non aver paura.

Per salutarci, quale potrebbe essere il motto della casa editrice?

Mi vengono in mente due frasi scherzose che ci siamo scambiati nelle ultime riunioni: Lucidi, uniti e agguerritie… La noia è molto sottovalutata.

(Questa intervista è apparsa anche sul blog La scimmia dell’inchiostro)

 

 

 

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